Speciale sull’amore (seconda parte)
Perché amore?
Il bisogno di amare
Amante è solo chi ama non colui che è amato
Erich Fromm
Per la filosofia greca l’amore fu un principio cosmico, la forza che armonizza tutte le cose. Nel Simposio di Platone i personaggi del dialogo propongono discorsi in elogio di amore. Nel discorso di Aristofane si presenta l’amore (con il mito dell’androgino) come ricerca dell’unità.
Chiunque, anche ai giorni nostri, affermerebbe che l’amore è un bene prezioso, eppure, sempre più lamentano della crisi dell’amore, dell’incapacità o più semplicemente dell’inadeguatezza di poter dare e ricevere amore, anche quando questa necessità è prorompente.
Il bisogno di amare è il bisogno fondamentale dell’uomo, superiore per urgenza a quello della fame, della sete o dello stesso “sesso”, in quanto per soddisfarlo questi ultimi possono anche essere messi a tacere. Erich Fromm
Erich Fromm nel libro “L’arte di amare”, sottolinea il concetto che l’amore è un’arte, quindi per impararla c’è bisogno di allenamento, di impegno, di pazienza. L’essere umano invece è indotto a pensare che, così come si cresce, così automaticamente si diventa capaci di amare: “La maggior parte della gente ritiene che amore significhi essere amati, anziché amare, di conseguenza per loro il problema è come farsi amare“.
Per cui, non si pone l’accento sullo sforzo attivo che si deve fare per amare una persona, ma su come farsi amare, l’unica preoccupazione è come diventare più belli, più ricchi e (magari) più intelligenti. In realtà, ciò che si dovrebbe sviluppare, per rendersi “amabili”, sono qualità come la fiducia, il coraggio, la disponibilità profonda, tutte facoltà che ci predispongono all’incontro con l’altro. In altre parole sviluppare la nostra capacità d’amare.
L’amore è la forma di comunicazione più completa che l’essere umano può realizzare nel corso della sua vita nel trasmettere energia affettiva, che potenzialmente ha dentro. Quindi, l’amore diventa una necessità dell’energia affettiva umana di esprimersi, che l’essere umano deve appagare se vuole vivere in armonia con se stesso. Quindi, l’amore è l’essenza della vita; così come si cerca il cibo, aria, acqua, ecc. per il corpo; si cerca l’amore per la psiche.
Giovanni Russo
Ma l’amore è anche generato dal bisogno di essere accettato, capito, rispettato.
Ma cos’è il bisogno? Dal latino “bis-sonium” = doppia afflizione, ” possiamo definire il “bisogno” come una condizione di sofferenza o disagio determinata dalla carenza di qualcosa che richiede un appagamento a breve, a medio o a lungo termine”.
A breve, per ciò che concerne i bisogni indispensabili, da cui dipende la vita dell’essere umano (mangiare, dormire, bere, respirare ecc.)
A medio o a lungo termine, i bisogni che non impediscono la sopravvivenza, ma che appagati, garantiscono un miglioramento della qualità della vita.
L’amore è un bisogno estremamente rilevante per un essere umano, poiché contribuisce alla propria autoaffermazione, non è possibile vivere bene senza amare ed essere amati, ma solo partendo dall’amore verso se stessi lo si può poi veicolare verso il mondo esterno.
L’amore è condivisione e presuppone la conciliazione, il rispetto, la comprensione, la disponibilità, l’affetto, la tenerezza.
In altri termini, la capacità di mettere insieme, senza conflitti, le diversità rispettandole e valorizzandole.
L’amore preserva l’integrità e l’autonomia personale di ogni partner, non annulla un partner a beneficio dell’altro, ma consente a ciascuno dei due di sentirsi realizzato nelle sue potenzialità, rispettato nelle sue esigenze.
Il rapporto di amore, quando è conseguenza di tutto uno sviluppo e di una crescita completa della personalità, è un rapporto che tende a restare duraturo.
Colui che ama, realizza il partner come persona, ed allo stesso tempo se stesso come persona. Solo così si realizza la capacità di amare sé e di amare gli altri, la capacità di dare e ricevere amore.
L’amore è un sentimento complesso, intenso, totalizzante e tendenzialmente esclusivo verso un’altra entità reale. L’amore è un’emozione ricca di affettività su base razionale di tipo inconsapevole che coinvolge l’intera personalità dell’essere umano; poiché non è qualcosa di ragionato ma qualcosa che si determina in ognuno di noi, si avverte come un bisogno che cresce permettendoci di essere accettato, capito e compreso dalla persona in cui abbiamo suscitato interesse. Giorgio Marchese
L’amore non è e non può essere oggetto di potere e nemmeno di contrattazione, non è un ricatto, non è dipendenza. Può essere solo una conquista, qualcosa che si può imparare concedendosi tempo e voglia.
L’incapacità di amare
Essere in grado di amare vuol dire apprezzare ciò che ci circonda, penetrare nelle cose fino a volerle comprendere totalmente, non limitarsi a vivere solo in parte delle cose belle del mondo ma valutare in ogni cosa, in ogni persona gli aspetti positivi. Gioire delle cose belle del mondo vuol dire amare e amarsi.
Ma l’amore per se stessi è lo stesso fenomeno dell’egoismo oppure è l’opposto?
Il termine egoismo prevede l’interessarsi a se stesso, ma è bene chiarire la differenza tra egoismo positivo ed egoismo negativo.
Contrariamente a quanto culturalmente e socialmente trasmesso, l’egoismo (positivo) implica l’essere soddisfatti, felici, condizione fondamentale per poter essere altruisti poiché la gioia, la felicità, l’amore sono tutte forme di energia, ed è naturale che fluiscano anche all’esterno verso gli altri, possedere queste energie vuol dire avere qualcosa di prezioso dentro di sé da dare.
Dare è la più alta espressione di potenza. Nello stesso atto di dare, io provo la mia forza, la mia ricchezza, il mio potere. Questa sensazione di vitalità e di potenza mi riempie di gioia. Mi sento traboccante di vita e di felicità. Dare dà più gioia che ricevere, non perché è privazione, ma perché in quell’atto mi sento vivo. Erich Fromm
Dare vuol dire condividere, ma si può condividere solo ciò che si possiede.
L’egoismo positivo prevede l’amore verso se stessi, che deve essere seguito dall’osservazione di sé, dalla voglia di conoscersi. E conoscersi è un atto d’amore nei propri confronti che implica la necessità di dedicarsi tempo, spazio e attenzione.
Il proprio “io” è un oggetto d’amore tanto quanto ogni altro essere umano. La propria felicità, crescita, libertà è determinata dalla propria capacità d’amare nel rispetto, nella responsabilità e nella capacità di conciliazione verso se stesso e verso gli altri. L’egoismo positivo prevede un corretto rapporto con noi e con gli altri, pensiamo a noi ma senza danneggiare gli altri.
Al contrario “l’egoismo negativo prevede l’utilizzo dell’altro, anche a danno dell’altro per un fine personale; chi è egoista negativo sa di esserlo, ma si ritiene più furbo degli altri per cui gode anche di questa maggiore “capacità” rispetto ad altri… questo è da condannare come manifestazione e come sistema di pensiero prima che di comportamento.” (Giorgio Marchese)
L’egoista negativo giudica tutto e tutti dall’utilità che gliene deriva, fondamentalmente è uno incapace d’amare. Interessandosi troppo di sé fa un inutile tentativo di compensare la mancanza d’amore. E’ incapace di amare gli altri, ma è altrettanto incapace di amare se stesso. L’egoista negativo in realtà è un narcisista, che ha concentrato su se stesso ogni incapacità d’amore. Le personalità narcisistiche sembrano avere una scarsa considerazione nei confronti di altre persone, ma è anche vero che, contrariamente a quando si crede, queste persone sono completamente incapaci di provare amore per sé e, di conseguenza, per chiunque altro.
La capacità di amare è e deve essere il contrario del narcisismo, perché persegue ed usa correttamente la logica.
La logica, da Aristotele in poi, non ha avuto da retrocedere di un sol passo…né è stata in grado di avanzare di un sol passo, di modo che, a quanto pare, deve essere considerata come compiuta e perfetta. E. Kant
E’ attraverso la logica che noi possiamo verificare il corretto uso del pensiero, che rappresenta, fra l’altro, l’anticamera del corretto ragionamento.
La logica, a differenza delle altre componenti della personalità, non ha bisogno di essere sviluppata, è già pronta per l’uso subito dopo la nostra nascita. Va solo utilizzata al meglio. Questo è possibile solo producendo delle idee corrette, nel comportamento narcisistico alla base vi è una scorretta processazione del pensiero che impedisce l’utilizzo corretto della logica.
Nell’essere umano il rapporto con il mondo interno è d’importanza primaria, per proteggere prima di tutto se stessi. Chi non sa amare se stesso non può amare nessuno; chi non riesce a soddisfare i propri bisogni, non può essere disponibile per gli altri. Nella prima parte della propria vita essere narcisisti è ciò che la natura c’insegna ad operare. Ma in seguito si dovrà passare ad una fase di sano e costruttivo “egoismo positivo”. Non si può e non si deve pensare di danneggiare l’altro, nemmeno per il soddisfacimento dei nostri bisogni o desideri, perché altrimenti si cade in quell’egoismo negativo che rende veramente difficili le relazioni umane. L’orgoglio, la presunzione, l’arroganza, la rigidità limitano una sana crescita, bloccando l’essere umano al narcisismo scorretto.
Una relazione è uno scambio fra essere umani che prevede la capacità di interagire, di scambiarsi la conoscenza, di accettarsi per migliorarsi e di accettare l’altro nella sua alterità, il rispetto è alla base di tutte le relazioni tra esseri umani.
“Quando due persone decidono di mettersi insieme, ciascuno porta nel rapporto i propri aspetti positivi e gli aspetti negativi, ivi compreso eventuali “blocchi” delle componenti strutturali della personalità. Queste caratteristiche creano, nella dinamica a due, momenti di piacere o di dispiacere, attrazione o tensione, soddisfazione o delusione. Raggiungere una buona comunicazione con se stessi è cosa difficile; relazionarsi correttamente con un’altra persona è senz’altro più complesso.
Gioca un ruolo facilitante, in questo caso, l’avere raggiunto la capacità di essere concilianti e “morbidi” nelle valutazioni di pensiero. La rigidità è espressione di difficoltà verso il necessario adattamento nei confronti delle svariate situazioni che la vita ci “impone” e manifesta una non avvenuta maturazione rispetto alla condizione infantile di egocentrismo: a tali condizioni, qualunque rapporto interpersonale risulta negativamente condizionato.” (Giorgio Marchese)
L’amore è condivisione e presuppone la conciliazione, il rispetto, la comprensione, la disponibilità, l’affetto, la tenerezza.
Forse è meglio se ci voltiamo per un sorriso qui,
nel buio, a tenerci la mano. Semplicemente.
E’ così semplice, eppure non impariamo mai!
Potessi avere in te una presenza nuova, sotto la pioggia lungo i binari…
Proverei a dimenticare i programmi segnati nel quaderno dei miei pensieri.
Prenderei solo te fra le braccia, sullo schermo del mio futuro,
difendendo il nostro amore, come non ho fatto mai.
Voltati per un bacio a bassa voce, se vuoi, ma non distratto dalla luce del controvento,
per le tue paure.
Toccami, con la voglia di scivolare fuori dal nostro inverno.
Sono qui, anche per te. (Giorgio Marchese)
Il coraggio di cambiare
L’essere umano è in grado di poter diventare il miglior “se stesso”. E’ sempre e comunque in condizione di cambiare, di poter cambiare le proprie idee, di poter cambiare i cattivi apprendimenti.
A volte la mancanza di un’identità non correttamente e adeguatamente sviluppata rende difficoltoso il rapporto con se stessi e con gli altri, e può pregiudicare le relazioni interpersonali e, naturalmente, anche le relazioni sentimentali.
Per realizzare un buon rapporto di coppia occorre innanzi tutto riconoscere l’accettazione di sé, condizione indispensabile perché poi ci sia l’accettazione dell’altro, in questo caso aumenta la disponibilità a dialogare e a rendersi partecipi per un miglioramento a due.
Per accettarsi, bisogna imparare a conoscere se stessi, i propri limiti, le idee preconcette, i bisogni insoddisfatti, conoscersi rende l’essere umano libero, libero quando vuole, di cambiare.
Il viaggio all’interno di noi stessi è il più bello, il più godibile, il più duraturo di tutti i percorsi che abbiamo occasione di seguire nel corso dell’esistenza. Leo Buscaglia
Se l’essere umano vuole cambiare ha la possibilità di poterlo fare, bisogna solo decidere di rendere operativo il cambiamento e il passo concreto che si deve compiere coinvolge processi effettivi del “reimparare“, perché il cambiamento, comunque prevede un percorso che comporta delle difficoltà, che richiede una forte motivazione, ma che può rappresentare la propria sfida personale per diventare un essere umano capace di amare.
Noi pensiamo molto meno di quanto sappiamo. Sappiamo molto meno di quanto amiamo. Amiamo molto meno di ciò che esiste, e in tal senso siamo decisamente meno di ciò che siamo. R. D. Laing
L’essere umano è assolutamente capace di poter diventare il “miglior se stesso“, di amarsi quando si vede nella sua realtà, di apprezzare ciò che vede e ancor di più, ciò che è in grado di diventare.
E’ nel coraggio di cambiare che ci si libera da tutte le zavorre che impediscono di sentirsi veramente liberi, liberi di amare. Il cambiamento è solo l’esito finale di ogni apprendimento autentico.
L’apprendimento, è un processo psicodinamico per gradi successivi, si impara mediante l’esperienza, attraverso tutte le conoscenze acquisite durante l’arco della nostra vita, queste conoscenze si possono modificare a condizione che si possa contare su una buona flessibilità mentale, ma poiché cambiare comporta delle difficoltà, bisogna risolvere le “resistenze” inconsapevoli che si oppongono al cambiamento.
Quando difendiamo una nostra idea, lo facciamo perché temiamo di dovere ammettere che tutta la nostra personalità sia da ristrutturare.
Difendendo a spada tratta un’idea, senza verificarne la validità, non è possibile ottenere alcun cambiamento e, meno che meno, un miglioramento.“
Cambiare potrebbe voler dire esprimere al meglio le proprie emozioni, i propri sentimenti, in altre parole poter godere del piacere dell’amore.
Io t’amo per cominciare ad amarti,
per ricominciare l’infinito,
per non cessare d’amarti mai
Pablo Neruda
by Marilena Dattis