UNO

siamo uno

Facciamo numerose scelte…Affrontiamo numerose paure per essere ancora una volta in piedi sul nostro sentiero…
Il nostro Cuore diviso tra l’immensità dei sogni e la fragilità del tempo,
tra l’invincibile e l’umano,
tra l’osare e l’appagamento,
è l’ago del nostro destino.
Il coraggio porta all’ardire, al nostro centro più puro
mentre la paura porta a lasciarsi andare, ai nostri limiti più assurdi.
Ma non è chi ha solo il coraggio che arriverà all’essenza,
sarà colui che tra l’inferno e l’Amore amerà entrambi,
sarà colui che ama se stesso nel sogno e nel tempo,
sarà colui che ama il divino e l’umano,
colui che sarà UNO.
di: (M. Sancini)

Finalmente parlo con me

Quando ho deciso di aprire il blog, questo è stato il primo racconto che ho voluto inserire….

Limite infinito

Sabato 24 aprile 2010

Mi ritrovo qui seduta davanti al computer a scrivere.

In televisione Giovanni Minoli mi racconta la storia d’Italia, una storia d’altri tempi quella dell’Unità d’Italia, il racconto inizia dal 1860. Cent’anni prima che nascessi io.

La storia ha sempre qualcosa di affascinante, il racconto di fatti realmente accaduti, narrati in modo sapiente hanno quasi il sapore di una favola. Una favola però amara, il sacrificio di tante vite in nome di un’ideale, peccato che oggi non esistano più ideali non si combatte più per difendere un’idea, per ciò che si ritiene giusto. L’aria che si respira è quella dell’amara rassegnazione, ci si consola dicendo che potrebbe andare peggio. Peccato, perché potrebbe andare anche meglio.

Mentre mi lascio andare a queste riflessioni mi rendo conto che non mi riferisco agli altri ma in realtà è a me stessa che sto parlando, l’ennesima delusione per un banalissimo comportamento, in parte…

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Parlaci ancora del sogno Martin!

I have a dream!

«Parla del sogno, Martin! Parla del sogno!», così Mahalia Jackson, la grande cantante gospel che aveva aperto la manifestazione, urla dalla folla.

É il 28 agosto del 1963, al termine della marcia di protesta per i diritti civili e Martin Luther King ha iniziato da poco il suo discorso davanti al Lincoln Memorial di Washington.

«Ero a pochi metri di distanza e ricordo benissimo che King ha accantonato i fogli e ha preso a parlare a braccio». Così racconta Clarence Benjamin Jones, consigliere e amico intimo di Martin Luther King ,  autore del libro Behind the Dream: The Making of the Speech that Transformed a Nation (Dietro al sogno. Come è nato il discorso che ha cambiato la nazione).

Soltanto i primi sette paragrafi del discorso erano preparati – racconta Jones – Avevamo selezionato insieme i temi e lui aveva steso il testo. Poi a un certo punto,  sembrava di essere alla messa della domenica in una di quelle “chiese gospel” nelle quali i fedeli fanno le loro osservazioni a voce alta. Da quel momento il reverendo King non ha più letto il discorso, ma lo ha usato solo come guida» racconta Raveling.

Così Martin Luther King, ha preso a parlare liberamente, spontaneamente, regalandoci uno dei più bei discorsi della storia.

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L’archetto

Abbiamo tutti nel petto un violino e abbiamo perduto l’archetto per suonarlo.

Alcuni lo ritrovano nei libri, altri nell’incendio di un tramonto,

altri negli occhi di una persona,

ma ogni volta l’archetto cade dalle mani e si perde come un filo d’erba o un sogno.

La vita è la ricerca infinita di questo archetto per non sentire il silenzio che ci circonda.

Fabrizio Caramagna

Dolore

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Guardo silenzioso piccole vite rapite

sono pietra grezza che emana calore

piacere amore e dolore

guardo silenzioso

ricordi finiti storie mai sbocciate

sono l’autunno infelice e l’estate radiosa

sono la vita e la morte…

silenzioso e assente guardo, non vedo

guardo e non sento,

guardo.

(Pungao)

Ogni libro…

 

marylin che leggeOgni libro, ogni volume che vedi possiede un’anima, l’anima di chi l’ha scritto e di coloro che l’hanno letto, di chi ha vissuto e di chi ha sognato grazie ad esso. Ogni volta che un libro cambia proprietario, ogni volta che un nuovo sguardo ne sfiora le pagine, il suo spirito acquista forza.

Carlos Ruiz Zafón.