L’ultimatum. Capitolo IV°

Blog novel. Il bell’Antonio di professione reporter

Avviso per i lettori: Se quello che state per leggere vi sembrerà scritto in modo “bizzarro”, avete ragione. È una forma di racconto sperimentale, scritto utilizzando i titoli e le battute tratte dai film. Un noir sui generis che potrete leggere, ogni lunedì e giovedì su questo blog. Buon divertimento!

CAPITOLO IV°.L’ULTIMATUM

Maledetto il giorno che t’ho incontrato, pensai, il doppio inferno rappresentato da donne e guai continuava a perseguitarmi. Mi chiedevo se esisteva un posto sulla terra, o magari una casa alla fine del mondo, dove poter trovare un po’ di pace.
A casa trovai Harry ad aspettarmi stavamo bevendo una birra quando qualcuno bussò insistentemente alla porta.
Andai ad aprire.

«Non è possibile, dimmi che non è vero…»
«Grazie amore mio, per avermi piantata in quel modo»
«Oh, entra pure non fare complimenti» le dissi mentre lei aveva già raggiunto il soggiorno.
«Harry ti presento Sally»
«Piacere» disse lui, divertito da non so cosa.

«Guardami Tony ti sembro una che ama perdere il proprio tempo?»
«Ma papà ti manda sola? Perché a dire il vero mi sembri una pazza furiosa»
«Ehi, cos’è che ti rode?»
«La mia vita!»
«Ok, adesso ascoltami. Sei fuori di testa se pensi che io, dopo aver affrontato il viaggio da Manhattan per aiutarti ad uscire dai casini nei quali ti sei ficcato, rinunci così facilmente. Io lo so amore mio che tra un po’ inizieranno i fuochi d’artificio e anche se non lo ammetteresti mai tu hai una fottuta paura perché sai di trovarti nella morsa del ragno»
«Mi spiace deluderti tesoro, ma io non ho paura e non ho tempo per le tue tattiche che nascondono, piuttosto male devo dire, solo segreti e bugie»
«Fai attenzione caro, perché il disprezzo che ostenti nei miei confronti è solo un’ossessione del passato cui ti ostini a ripensare con orgoglio e pregiudizio, senza aver voluto mai ascoltare la mia versione»
«Non c’è problema bambola, perché non ho intenzione di ascoltarla neanche ora. Se ti fa felice, ti chiedo scusa per i miei ingannevoli sospetti, e ti sarò infinitamente grato se potrai non perseguitarmi più»
«Gli uomini come te mi hanno fatto diventare la donna che sono»
«E quelle come te mi hanno fatto giungere alla conclusione che tutte le donne sono come te»
«Vedi è la tua paranoia che mi manda in bestia. Io ti conosco, e so che la tua mente criminale riesce solo a concepire ipotesi di complotto, ma se tu fossi in grado di riflettere, forse capiresti la strategia del ragno. Questo è il numero del Grand Hotel dove alloggio,
ti do un giorno per ripensarci ed accettare il mio aiuto, ma ti avviso se alla 25ª ora non ho tue notizie, salto sul primo aereo e tu va’ pure a farti fottere».

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Le parole che non so dirti

ph  Kiyo Murakami

Le parole che non so dirti,

zampillanti dal cuore, tacciono dalle labbra.

Bramanti di accarezzarti, ti sfiorano in silenzio.

Aspirano a straripare, ma si ritirano discrete.

Cariche di commozione, inondate di gioia.

Così colme d’amore,

 da invadere l’universo, intenerire le rocce, sommergere gli oceani.

Brillano nei miei occhi,

danzano nel mio cuore.

Silenziose, vibrano dentro di me.

Le parole che non so dirti

parlano di te.

Solo dentro di me.

 

Marilena Dattis

Accusa di omicidio. Capitolo III°

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Avviso per i lettori: Se quello che state per leggere vi sembrerà scritto in modo “bizzarro”, avete ragione. È una forma di racconto sperimentale, scritto utilizzando i titoli e le battute tratte dai film. Un noir sui generis che potrete leggere, ogni lunedì e giovedì su questo blog. Buon divertimento!

Capitolo III°. Accusa di omicidio

«Tieniti forte perché riguardo la ragazza meravigliosa che hanno ucciso nel tuo letto, devi proprio sentire due o tre cose che so di lei».
Mentre Harry parlava, il sospetto che fossi caduto come un allocco in una bella trappola d’amore, prendeva sempre più consistenza.
Amaramente appresi che la ragazza di nome Giulio, non era una donna qualunque bensì l’amante di John Q, ufficialmente il portaborse di Rocco Amberson, ufficiosamente il suo tirapiedi più fedele.
Proprio un bel complotto di famiglia perpetuato a mie spese, senza contare poi i danni collaterali che tutto ciò comportava.
Mi sembrava di avere un’anima divisa in due, di essere divenuto un bersaglio mobile, che camminava di pari passo con l’amore e la morte.

Mi rendevo conto solo ora che quell’insostenibile leggerezza dell’essere, che aveva contrassegnato tutta la mia vita, era solo una grande illusione, l’eterna illusione, che tutto mi fosse consentito.
Ma, in una calda notte d’estate, la sottile linea rossa sul collo di una giovane donna, aveva sancito definitivamente, il legame della morte dell’amore, attraverso una danza di sangue su una bella rapsodia in agosto.
Dovevo saperlo che gli Amberson vivevano in un mondo senza pietà e che erano pronti a tutto, ero stato un ingenuo a pensare di passarla liscia.
«Il vero nome della tua amica è Teresa Raquin. Giulio era lo pseudonimo che utilizzava, quando si esibiva con i tacchi a spillo in streaptease, diciamo un po’ osé…hai presente quei locali sotto i tetti di Parigi? Nell’ultimo anno si era trasferita a Manhattan, dove viveva
come una signora per bene sotto la protezione di John Q. Abbiamo tra le mani una bella patata bollente, non vorrei che oltre all’accusa di omicidio, dovremmo preoccuparci anche della vendetta dell’uomo chiamato cavallo, perché è così che lo chiamano
i suoi amici. Ah, dimenticavo, ti comunico che sei finito in prima pagina».

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Speciale “Quattro chiacchiere tra di noi con…Nanni Moretti

Una lunga intervista per un ritratto inedito del regista in cui racconta retroscena e curiosità dei suoi film più personali: Caro diario, Aprile e La stanza del figlio.

L’intervista è stata realizzata alcuni anni fa negli studi della Sacher Film e viene pubblicata per la prima volta con audio integrale.

L’affare di una notte. Capitolo II°

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Capitolo II°- L’affare di una notte

L’aereo arrivò a Roma dopo mezzanotte, appena in tempo per prendere l’ultimo metrò. Mi sentivo un turista per caso, il principio dell’incertezza non era poi così male da assaporare. Arrivato nella mia camera d’albergo del New Rose Hotel, crollai inesorabilmente, quella era per me la prima notte di quiete dopo diverse notti
bianche.
Ero con gli occhi chiusi quando un brivido caldo mi invase, senza l’ombra del dubbio era profumo di donna, il mio sesto senso non si sbagliava.
Il paradiso all’improvviso apparve ai miei occhi, non appena riuscii ad aprirli, lo spettacolo più affascinante del mondo, era racchiuso in quel nudo di donna che mi stava accanto.

L’adorabile creatura, a braccia aperte mi accolse in sé appassionatamente, ma proprio, quando la passione selvaggia si era impadronita di me, avvertii la sensazione che l’angelo azzurro, che conosceva così bene l’arte di amare, in realtà aveva il diavolo in corpo e quel corpo era il suo vestito per uccidere.

L’amante di una notte, nascondeva la bellezza del diavolo e un corpo caldo per l’inferno. L’istinto di sopravvivenza mi venne in aiuto, afferrai la ragazza dalla calda pelle per i fianchi e scaraventandola a terra mi lanciai in un corpo a corpo, anche abbastanza
eccitante devo dire.
Alla fine naturalmente ebbi la meglio, la bambola era a terra sotto di me e le mie mani stringevano con forza i suoi polsi.
Ma quando vidi meglio quegli occhi nella notte mi sentii un perfetto idiota.

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L’avvertimento. Capitolo I°

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Capitolo I°. L’avvertimento

Al di là di ogni ragionevole dubbio amici miei, considerando lo stato delle cose in cui mi trovavo dopo aver fatto lo spaccone con Gilda, la cosa più sensata che potessi fare era cambiare aria per un po’.

Il signor Max non aveva gradito né il mio comportamento, né quello della sua femmina ribelle e gli intoccabili furono molto bravi a farmelo comprendere.
Dopo l’avvertimento mi consigliarono di sparire e alla svelta.
Beh! Capitemi, avrei voluto rispondergli: Ragazzi, non drammatizziamo… è solo questione di corna, ma me ne guardai bene, perché anche se il diavolo è femmina non mi sembrava il caso di sfidare la collera di Dio.

Due settimane in un’altra città, forse mi avrebbero tenuto lontano da alcuni amori pericolosi. Per certi piccolissimi peccati, lo sapete non si è pronti a morire,
e allora, anche se con un nodo alla gola, al pensiero del perduto amore, meglio imboccare la strada del mare sperando in tempi migliori.
Ok, al cuore si comanda, e al rumore dei quattrocento colpi promessi da quei bravi ragazzi, non me ne vogliate se io preferisco il rumore del mare. Quindi, tolgo il disturbo.
Il mio piede sinistro mi faceva veramente male, al diavolo la celebrità. Nonostante ci fossero tutte le circostanze attenuanti, la banda degli onesti c’era andata lo stesso giù pesante.

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