In questo momento non chiedere com’è apparsa questa commozione, così improvvisa, così frettolosa, così fugace. Non c’è mente che lo pensi: è percezione e silenzio. Attimo è che non fai in tempo a dirgli: «Fermati, sei bello!». (Non è morta, non è morta ancora l’anima mia, se ancora la sento lacrimare).
Amo tutto ciò che è stato, tutto quello che non è più, il dolore che ormai non mi duole, l’antica e erronea fede, l’ieri che ha lasciato dolore, quello che ha lasciato allegria solo perché è stato, è volato e oggi è già un altro giorno.
Scrivere è avanzare parola dopo parola su un filo di bellezza, il filo di una poesia, di un’opera, di una storia adagiata su carta di seta. Scrivere è avanzare passo dopo passo, pagina dopo pagina, sul cammino del libro. Il difficile non è elevarsi dal suolo e mantenersi in equilibrio sul filo del linguaggio, aiutato dal bilanciere della penna. Non è neppure andar dritto su una linea continua e talvolta interrotta da vertigini effimere quanto la cascata di una virgola o l’ostacolo di un punto. No, il difficile, per il poeta, è rimanere costantemente su quel filo che è la scrittura, vivere ogni ora della vita all’altezza del proprio sogno, non scendere mai, neppure per qualche istante, dalla corda dell’immaginazione. In verità, il difficile è diventare funambolo della parola.
Eravamo nello stesso amore, in quel momento – non abbiamo fatto altro, per anni. La sua bellezza, i suoi pianti, la mia forza, i suoi passi, il mio pregare – eravamo nello stesso amore. La sua musica, i miei libri, i miei ritardi, i suoi pomeriggi da solo – eravamo nello stesso amore. L’aria in faccia, il freddo nelle mani, le sue dimenticanze, le mie certezze – eravamo nello stesso amore. Alessandro Baricco – Emmaus
Non posso darti soluzioni per tutti i problema della vita Non ho risposte per i tuoi dubbi o timori, Però posso ascoltarli e dividerli con te. Non posso cambiare né il tuo passato né il tuo futuro, Però quando serve starò vicino a te. Non posso evitarti di precipitare, Solamente posso offrirti la mia mano perché ti sostenga e non cadi. La tua allegria, il tuo successo e il tuo trionfo non sono i miei, Però gioisco sinceramente quando ti vedo felice. Non giudico le decisioni che prendi nella vita, Mi limito ad appoggiarti a stimolarti e aiutarti se me lo chiedi. Non posso tracciare limiti dentro i quali devi muoverti, Però posso offrirti lo spazio necessario per crescere. Non posso evitare la tua sofferenza, quando qualche pena ti tocca il cuore, Però posso piangere con te e raccogliere i pezzi per rimetterlo a nuovo. Non posso dirti né cosa sei né cosa devi essere, Solamente posso volerti come sei ed essere tua amica. In questo giorno pensavo a qualcuno che mi fosse amico in quel momento sei apparso tu… Non sei né sopra né sotto né in mezzo non sei né in testa né alla fine della lista, Non sei ne il numero 1 né il numero finale e tanto meno ho la pretesa di essere il 1° il 2° o il 3° della tua lista Basta che mi vuoi come amica: non sono gran cosa, però sono tutto quello che posso essere.
Questa è una parola che mi piace moltissimo. Tatto è “contatto“, è sfiorare l’altro. Alla parola “tatto”penso ad un gesto bellissimo che noi non facciamo mai: prendere il palmo della nostra mano e poggiarlo sul cuore dell’altro, noi non sentiamo mai i battiti del cuore dell’altra persona ..stiamo insieme eppure non abbiamo mai messo la mano sul cuore dell’altro…
…L’empatia è una cosa che stiamo perdendo, siamo tutti empatici a parole ma poco nei fatti…l’empatia dovrebbe essere il quinto punto cardinale da seguire…
Dalla paura di amare… all’empatia: il quinto punto cardinale da seguire
Siamo arrivati all’ultimo appuntamento di questa stagione con Fabrizio Caramagna (perché ancora a lui non l’ho detto ma spero che da settembre, ogni tanto torni a parlare con noi…)
Visto il successo dell’ultima volta abbiamo rifatto “Il gioco delle parole”. Il risultato è un bellissimo excursus sui sentimenti: dalla paura di amare all’empatia…
Se dico la parola tatto?Cosa ti viene in mente?
Questa è una parola che mi piace moltissimo. Tatto è “contatto“, è sfiorare l’altro. Alla parola “tatto”penso ad un gesto bellissimo che noi non facciamo mai: prendere il palmo della nostra mano e poggiarlo sul cuore dell’altro, noi non sentiamo mai i battiti del cuore dell’altra persona ..stiamo insieme eppure non abbiamo mai messo la mano sul cuore dell’altro...
…L’empatia è una cosa che stiamo perdendo, siamo tutti empatici a parole ma…
Non voglio amarti come una rosa o una pietra preziosa, come i luoghi dell’infanzia, le speranze i rimpianti i rimorsi le pene, le cose perdute, gli ideali della prima giovinezza.
Voglio amarti come amo le piccole abitudini e gli oggetti d’ogni giorno: la tazzina sbeccata, il cucchiaino spaiato, la prima sigaretta, l’accendino che giro distratto fra le dita,
il posacenere pieno, il lavandino sporco, le chiavi di casa; voglio amarti come si ama il calore del sole dentro il freddo o un viale alberato d’estate, come l’acqua, il pane, il sale.