Omaggio a Robin Williams

“Lo so che giunti al termine di questa nostra vita tutti noi ci ritroviamo a ricordare i bei momenti e dimenticare quelli meno belli, e ci ritroviamo a pensare al futuro. Cominciamo a preoccuparci e pensare: “io che cosa farò? chissà dove sarò da qui a dieci anni?” Però io vi dico: “Ecco guardate me!” Vi prego, non preoccupatevi tanto, perché a nessuno di noi è dato soggiornare tanto su questa terra. La vita ci sfugge via e se per caso sarete depressi, alzate lo sguardo al cielo d’estate con le stelle sparpagliate nella notte vellutata, quando una stella cadente sfreccerà nell’oscurità della notte col suo bagliore, esprimete un desiderio e pensate a me. Fate che la vostra vita sia spettacolare.” Robin Williams
21 luglio 1951 – 11 agosto 2014

https://marilenadattis.wordpress.com/2016/07/21/buon-compleanno-mio-capitano/

 

Buon Compleanno mio capitano!

Ricordo ancora la mattina dell’11 agosto 2014  quando appena sveglia appresi la notizia della perdita di Robin Williams.  Ricordo ancora il senso di smarrimento e di incredulità che mi pervase.L’unica cosa che riuscii a fare, mentre un groppo mi stringeva la gola e le lacrime mi scorrevano sul viso, fu di sedermi e cercare di mettere su carta il turbinio di emozioni che mi avvolgevano. Quello che segue è l’articolo che scrissi quella mattina di due anni fa.

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Chicago, 21 luglio 1951

Ci sono cose alle quali non dobbiamo abituarci, io non mi abituerò mai.

Non mi abituerò alla rassegnazione, alla fatalità, al dolore, alla sofferenza.
Non mi abituerò mai a leggere sui giornali della morte, di una vita interrotta, della paura di viverla, della solitudine  in mezzo alla moltitudine.

Se n’è andato Robin Williams.

Se n’è andato così, lasciandoci addosso un vuoto, un’impotenza, un senso di inutilità del successo, della fama, della ricchezza, dei riconoscimenti, delle statuette d’oro laccate.

Robin Williams, winner for Best Supporting Actors

Questo mondo che lui ha cercato di colorare mettendosi un naso rosso. 

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Mostrandoci le tante facce della vita,  raccontandoci le poesie più belle , trasferendoci mille emozioni.

«Cogli la rosa quando è il momento, che il tempo lo sai vola…».

Carpe diem, e poi … l’attimo fuggente … un attimo che fugge e si porta via uno dei più grandi attori del cinema.

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« Perché siamo cibo per i vermi… concime per i  fiori.. cogliete l’attimo ragazzi, rendete straordinaria la vostra vita». 

Quante volte abbiamo visto e rivisto questa scena, e ogni volta pensato che si rivolgesse a noi, quante volte attraverso le sue smorfie abbiamo sorriso e riso, quanti momenti abbiamo vissuto con lui. “Rendete straordinaria la vostra vita” e noi pensavamo che la sua lo fosse, che lui ci fosse riuscito a rendere straordinaria l’ordinarietà della vita, che la vita, non dico fosse immune da sofferenze, ma che quelle sofferenze che non risparmiano nessun essere umano, almeno lui avesse trovato il modo di affrontarle e di andare oltre.

« Guardo il mondo, vedo quanto possa essere spaventoso, a volte, e comunque cerco di affrontare la paura. La comicità può aiutare ad affrontare la paura, senza paralizzarti ma anche senza dirti che tutto il male sparirà. È come se dicessi: ok, posso scegliere di ridere di questa cosa, e una volta che ci avrò riso sopra avrò cacciato il demone e potrò affrontarla davvero ».

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E invece il demone ha preso il sopravvento e lo ha portato sì oltre, ma oltre la vita, oltre quel confine al di là dei sogni, “quello che è importante qui, non è capire, qui si tratta di non 
arrendersi!”.  

E forse tu ti sei arreso e ci hai lasciati soli, ma non del tutto…

“Sai quel posto che sta tra il sonno e la veglia, dove ti ricordi ancora che stavi sognando? quello è il luogo dove ti amerò per sempre…”

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Ci hai lasciato i tuoi sorrisi, le tue smorfie, le tue lacrime,  la tua commozione che diventava la nostra.

Ci hai lasciato il patrimonio dei tuoi film, ci hai lasciato in eredità scene indimenticabili,
momenti irripetibili ed ora che te ne sei andato abbiamo molto da perdere…

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“Abbiamo molto da perdere: libri, pisolini … e litigi.. Ne abbiamo avuti di straordinari, dei quali ti ringrazio.. E grazie per ogni gesto gentile … Per avermi fatto sentire orgoglioso di te, per la tua forza, per la tua dolcezza, per come eri e come sei.”

Ci sono cose alle quali non voglio abituarmi mai, ma soprattutto non voglio abituarmi a dimenticare, a dimenticare le persone che ci hanno reso felici per un attimo o per un’ora, le persone che abbiamo imparato ad amare, che facciano parte del nostro quotidiano o se  in quel quotidiano magari siamo andati a cercare attraverso uno schermo, attraverso una scena,  per cercare un senso alle cose della vita.

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“ Ci deve essere un motivo per cui io sono come sono”.

È così che a volte ci si sente meno soli :“il pensiero è reale, la materia è illusione…” 

Puoi perdere te stesso. Tutto. Ogni limite. Ogni tempo. ancora lì. Quello è il miracolo. Puoi andare in paradiso e tornare indietro vivo. Ritornaci ogni volta che vuoi … o capitano , mio capitano.

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 Marilena Dattis

Ricordando il Cinema dei padri : Mario Monicelli

Le grandi domande esistenziali non mi interessano. Chi siamo e dove andiamo sono cose su cui non mi sono mai soffermato.

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Anche quando si è trattato dell’ultimo “Ciak“, Mario Monicelli lo ha voluto dare a suo modo. Non aspettando che la morte arrivasse, ma andandogli incontro, anticipandola senza concedere e concedersi abbuoni, lasciandoci con quel dolce amaro tipico dei suoi migliori film. Quel dolce, come lo definì Miccichè, di essere “autore” suo malgrado e l’amaro di una morte imprevedibile.

Del resto in molti suoi film la rappresentazione della morte avviene senza sconti e edulcorazioni, basti pensare a I soliti ignoti o a La grande guerra.

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