È la bellezza

È stato molto emozionante leggere questi splendidi versi di Alfonso Brezmes

Mi commuovono i taxi abbandonati,

come orologi fermi nei giorni di pioggia

e i fragili steli delle margherite,

estranei al rumore incessante delle asce nel bosco.

Penso agli ombrelli persi,

alla seconda vita delle cose rotte

o a questi guanti spaiati che conservano carezze per qualcuno,

così simili a isole solitarie

quando se ne sono andati i turisti e la luce

disegna una ragnatela nell’aria che sembra sul punto di spezzarsi.

Che mi saluta da un giorno sperduto nelle scure mangrovie della memoria,

e mi sembra di sentire antichi ghiacciai che si sciolgono a chilometri da qui.

Ho bruciature sulle dita.

È la bellezza, stupido, mi dico.

E piango.

traduzione di Annamaria Sessa

Musica “La bellezza” di Giuseppe Perrone

Beati quelli

Alfonso Brezmes

Beati quelli che si sanno felici,
perché quelli che lo sono senza saperlo
sono infelici.
Beati i mediocri,
perché possono scegliere due strade.
Beati quelli che non hanno letto Borges,
o la Yourcenar o Cortázar,
perché possono ancora farlo.
Beati i poeti e i pazzi
perché almeno credono di essere felici.
Beati quelli che ne hanno abbastanza
perché il loro bisogno non cresce
e il loro tesoro non cala.
Beati quelli che cercano la felicità
dove non si nasconde mai,
perché la loro cattiva vista gli riserva
la vera felicità
di poter continuare a cercare.

Chiedimi

Alfonso Brezmes

Chiedimi per quale ragione sono qui.
Potrei consolarti con risposte
simili a ponti ricurvi o armature
fatte per proteggere il cuore dell’uomo.

– Per quale scopo sei qui?

Ho detto per quale ragione, non per quale scopo.
Suvvia, non è poi così difficile:
in fin dei conti arriva per tutti
il giorno in cui ci facciamo questa domanda;
almeno una volta tutti abbiamo remato
in un mare pesante come piombo.

– Per quale ragione sei qui?

Ecco. Ora ci siamo. Vedi:
il vento soffia dove vuole
e strappa con la sua follia le promesse
e i vecchi ricordi senza futuro.

Ciò che vedi qui non è quello che s’è perso
ma quel ch’è sopravvissuto all’uragano,
stretto e tremante a un traliccio;
il paesaggio dopo la battaglia;
di nuovo la speranza instancabile,
si rialza e innalza la sua bandiera
tra il fumo di giorni distrutti.

Un cuore: la sua ostinazione.
Il suo non volersi fermare.
Tutto ciò che voleva essere e non riuscì a raggiungere,
rinato un’altra volta perché è possibile
prendere a battere di nuovo, anche senza un perché,
nel dolce cloroformio delle parole.

Traduzione dallo spagnolo di Mirta Amanda Barbonetti

Assonanza

Alfonso Brezmes

Vita: quel vecchio film.
E questa strana sensazione
di aver perso
qualcosa di importante
dalla trama.

Asonancia

La vida: esa vieja película.
Y esta extraña sensación
de haberte perdido
algo importante
de la trama.

traduzione di Mirta Amanda Barbonetti

foto Rodney Smith

Dimmi che è solo un sogno

Alfonso Brezmes

Dimmi che è solo un sogno
o al massimo un altro racconto di Borges;
che i sentieri che percorre l’amore
sono labirinti che si biforcano
e si perdono, si biforcano
e si perdono, e che il tuo ricordo
è solo un uccello che attraversa
in volo
gli incerti confini della poesia.
Un altro universo
tra le migliaia di universi possibili.
Un’ultima,
e dolce,
e superba
metafora dell’oblio.

È la bellezza

Alfonso Brezmes

Mi commuovono i taxi abbandonati,
come orologi fermi nei giorni di pioggia
e i fragili steli delle margherite,
estranei al rumore incessante
delle asce nel bosco.
Penso agli ombrelli persi,
alla seconda vita delle cose rotte
o a questi guanti spaiati
che conservano carezze per qualcuno,
così simili a isole solitarie
quando se ne sono andati i turisti e la luce
disegna una ragnatela nell'aria che sembra sul punto di spezzarsi.
Che mi saluta da un giorno sperduto
nelle scure mangrovie della memoria,
e mi sembra di sentire antichi ghiacciai che si sciolgono a chilometri da qui.
Ho bruciature sulle dita.
È la bellezza, stupido, mi dico.
E piango.

traduzione di Annamaria Sessa