Ti meriti un amore

Frida Kahlo

Ti meriti un amore che ti voglia spettinata,
con tutto e le ragioni che ti fanno alzare in fretta,
con tutto e i demoni che non ti lasciano dormire.
Ti meriti un amore che ti faccia sentire sicura,
in grado di mangiarsi il mondo quando cammina accanto a te,
che senta che i tuoi abbracci sono perfetti per la sua pelle.
Ti meriti un amore che voglia ballare con te,
che trovi il paradiso ogni volta che guarda nei tuoi occhi
e non si stanchi mai di leggere le tue espressioni.
Ti meriti un amore che ti ascolti quando canti,
che ti appoggi quando fai il ridicolo,
che rispetti il tuo essere libera,
che ti accompagni nel tuo volo,
che non abbia paura di cadere.
Ti meriti un amore che ti spazzi via le bugie,
che ti porti l’illusione,
il caffè
e la poesia.

Sull’amore

Che questo 2020 siamo tutti strafelici che sia finito è scontato. Che speriamo tutti che il nuovo anno sia migliore è risaputo. Che gli auguri siano sempre graditi è arcinoto.

A questo punto il post potrebbe finire qui…

Ma, no! Voglio farvi gli auguri nel modo che mi è più congeniale, e per farlo ho scelto queste bellissime parole di Hermann Hesse e questa splendida foto di Rodney Smith.

Vi auguro con tutto il cuore che possa essere un anno pieno d’amore.

Buon 2021!

Sull’amore

Hermann Hesse

“Quanto più invecchiavo, quanto più insipide mi parevano le piccole soddisfazioni che la vita mi dava, tanto più chiaramente comprendevo dove andasse cercata la fonte delle gioie della vita. Imparai che essere amati non è niente, mentre amare è tutto, e sempre più mi parve di capire ciò che da valore e piacere alla nostra esistenza non è altro che la nostra capacità di sentire. Ovunque scorgessi sulla terra qualcosa che si potesse chiamare “felicità”, consisteva di sensazioni. Il denaro non era niente, il potere non era niente. Si vedevano molti che avevano sia l’uno che l’altro ed erano infelici. La bellezza non era niente: si vedevano uomini belli e donne belle che erano infelici nonostante la loro bellezza. Anche la salute non aveva un gran peso; ognuno aveva la salute che si sentiva, c’erano malati pieni di voglia di vivere che fiorivano fino a poco prima della fine e c’erano sani che avvizzivano angosciati per la paura della sofferenza. Ma la felicità era ovunque una persona avesse forti sentimenti e vivesse per loro, non li scacciasse, non facesse loro violenza, ma li coltivasse e ne traesse godimento. La bellezza non appagava chi la possedeva, ma chi sapeva amarla e adorarla. C’erano moltissimi sentimenti, all’apparenza, ma in fondo erano una cosa sola. Si può dare al sentimento il nome di volontà, o qualsiasi altro. Io lo chiamo amore. La felicità è amore, nient’altro. Felice è chi sa amare. Amore è ogni moto della nostra anima in cui essa senta se stessa e percepisca la propria vita. Ma amare e desiderare non è la stessa cosa. L’amore è desiderio fattosi saggio; l’amore non vuole avere; vuole soltanto amare.”

Eravamo nello stesso amore…

Eravamo nello stesso amore, in quel momento – non abbiamo fatto altro, per anni. La sua bellezza, i suoi pianti, la mia forza, i suoi passi, il mio pregare – eravamo nello stesso amore. La sua musica, i miei libri, i miei ritardi, i suoi pomeriggi da solo – eravamo nello stesso amore. L’aria in faccia, il freddo nelle mani, le sue dimenticanze, le mie certezze – eravamo nello stesso amore.
Alessandro Baricco – Emmaus

Il canto della durata

Inutile forse dire
che la durata non nasce
dalle catastrofi di ogni giorno,
dal ripetersi delle contrarietà,
dal riaccendersi di nuovi conflitti,
dal conteggio delle vittime.
Il treno in ritardo come al solito,
l’auto che di nuovo ti schizza addosso
lo sporco di una pozzanghera,
il vigile che col dito ti fa cenno
dall’altro lato della strada, uno con i baffi
(non quello ben rasato di ieri),
la morchella che ogni anno rispunta
in un angolo diverso nel folto del giardino,
il cane del vicino che ogni mattina ti ringhia contro,
i geloni dei bambini che ogni inverno
tornano a pizzicare,
quel sogno terrorizzante sempre uguale
di perdere la donna amata,
l’eterno nostro sentirci improvvisamente estranei
fra un respiro e l’altro,
lo squallore del ritorno nel tuo paese
dopo i tuoi viaggi di esplorazione del mondo,
quelle miriadi di morti anticipate
di notte prima del canto degli uccelli,
ogni giorno la radio che racconta un attentato,
ogni giorno uno scolaro investito,
ogni giorno gli sguardi cattivi dello sconosciuto:
è vero che tutto questo non passa
– non passerà mai, non finirà mai –,
ma non ha la forza della durata,
non emana il calore della durata,
non dà il conforto della durata.

[…]

Il canto della durata è una poesia d’amore.
Parla di un amore al primo sguardo
seguito da numerosi altri primi sguardi.
E questo amore
ha la sua durata non in qualche atto,
ma piuttosto in un prima e in un dopo,
dove per il diverso senso del tempo di quando si ama,
il prima era anche un dopo
e il dopo anche un prima.
Ci eravamo già uniti
prima di esserci uniti,
continuavamo ad unirci
dopo esserci uniti
giacendo così per anni
fianco a fianco, il respiro
nel respiro uno accanto all’altra.
I tuoi capelli bruni si coloravano di rosso
e diventavano biondi.
Le tue cicatrici si moltiplicavano
e diventavano poi introvabili.
La tua voce tremava,
si fece ferma, sussurrava, trasaliva,
si volgeva in una cantilena,
era l’unico suono nella notte del mondo,
taceva al mio fianco.
I tuoi capelli lisci diventarono ricci,
i tuoi occhi chiari diventarono scuri,
i tuoi denti grandi si fecero piccoli.
Sulle tue labbra tese
apparve un disegno fine e delicato,
sul mento sempre liscio
scoprii al tatto una fossetta che prima non c’era
e i nostri corpi invece di farsi male a vicenda
diventavano giocando uno solo,
mentre sulla parete della stanza
alla luce dei lampioni
si muovevano le ombre dei cespugli dei giardini d’Europa,
le ombre degli alberi d’America,
le ombre degli uccelli notturni di ogni dove.

Peter Handke

L’Amore non fa rumore

L’Amore non fa rumore:
vibra ad un canto impercettibile
per le orecchie,
suona la musica
dell’anima.
L’Amore si nutre:
con sguardi,
con silenzi,
con piccole carezze.
L’Amore si ripara:
dall’invidia,
dalla ferocia,
dall’indifferenza.
L’Amore non ha fretta:
vive nell’umido tepore
dell’attesa,
della presenza.

Vincent Navire

Abbiamo bisogno di cose belle

Abbiamo bisogno di cose belle. Ne abbiamo bisogno come l’aria per poter respirare, come il sole per poterci riscaldare, come il suono per potere parlare.
Abbiamo bisogno di cose belle per nutrirci, per alimentare la parte migliore di noi. Ne abbiamo bisogno come non mai.
Come un pittore ha bisogno dei colori, lo scultore della creta, il musicista delle note, lo scrittore delle parole; così noi abbiamo bisogno di cose belle, per ricordarci di essere umani e divini, fragili e forti, abili e maldestri, arditi e timidi, calmi e irrequieti.

Abbiamo bisogno di cose belle per essere curiosi e creativi, comprensivi e concilianti, disponibili e divertenti.

Abbiamo bisogno del sorriso di un bambino, dell’incanto di uno sguardo fiducioso, della dolcezza di una parola amorevole, del calore di un abbraccio.

Abbiamo bisogno di cose belle, per non lasciarci sopraffare dalla violenza delle immagini, dalla  potenza di parole inquietanti, dalla miriade di informazioni fagocitanti.

Abbiamo bisogno di cose belle per salvare e per salvarci dall’indifferenza, dal qualunquismo, dalla retorica, dal chiacchiericcio inutile.

Abbiamo bisogno di cose belle che nutrano la nostra anima lacerata, che aiutino a cicatrizzare le profonde ferite dei colpi che questo anno nefasto ci ha inferto.  

Abbiamo bisogno di cose belle, non per dimenticare, questo non si deve e non si può, ma abbiamo tanto bisogno di cose belle, per alleviare il dolore e consentire al nostro cuore di lasciare spazio alla dolcezza, all’accoglienza, alla fiducia, alla speranza.

Abbiamo bisogno di cose belle che ci scaldino il cuore, per sorridere ogni mattina al nuovo giorno, per non dimenticare la meraviglia dei nostri sogni, per accarezzare lievemente un’emozione, per continuare incessantemente ad amare.

Abbiamo bisogno di cose belle.  

Marilena Dattis

Mi piace la gente che…

Mi piace la gente che sa ascoltare il vento sulla propria pelle,
sentire gli odori delle cose, catturarne l’anima.
Quelli che hanno la carne a contatto con la carne del mondo.
Perché lì c’è verità, lì c’è dolcezza, lì c’è sensibilità,
lì c’è ancora amore.
Alda Merinialda merini

Non t’amo come se fossi rosa di sale

 

 

Non t’amo come se fossi rosa di sale, topazio
o freccia di garofani che propagano il fuoco:
t’amo come si amano certe cose oscure,
segretamente, entro l’ombra e l’anima.
T’amo come la pianta che non fiorisce e reca
dentro di sè, nascosta, la luce di quei fiori;
grazie al tuo amore vive oscuro nel mio corpo
il concentrato aroma che ascese dalla terra.
T’amo senza sapere come, nè quando nè da dove,
t’amo direttamente senza problemi nè orgoglio:
così ti amo perchè non so amare altrimenti
che così, in questo modo in cui non sono e non sei,
così vicino che la tua mano sul mio petto è mia,
così vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno.

Pablo Neruda

No te amo como si fueras rosa de sal, topacio
o flecha de claveles que propagan el fuego:
te amo como se aman ciertas cosas oscuras,
secretamente, entre la sombra y el alma.
Te amo como la planta que no florece y lleva
dentro de sí, escondida, la luz de aquellas flores,
y gracias a tu amor vive oscuro en mi cuerpo
el apretado aroma que ascendió de la tierra.
Te amo sin saber cómo, ni cuándo, ni de dónde,
te amo directamente sin problemas ni orgullo:
así te amo porque no sé amar de otra manera,
sino así de este modo en que no soy ni eres,
tan cerca que tu mano sobre mi pecho es mía,
tan cerca que se cierran tus ojos con mi sueño.