Fabrizio Caramagna. Il quinto punto cardinale: l’Empatia

Dalla paura di amare… all’empatia: il quinto punto cardinale da seguire

Siamo arrivati all’ultimo appuntamento di questa stagione con Fabrizio Caramagna (perché ancora a lui non l’ho detto ma spero che da settembre, ogni tanto torni a parlare con noi…)

Visto il successo dell’ultima volta abbiamo rifatto “Il gioco delle parole”. Il risultato è un bellissimo excursus sui sentimenti: dalla paura di amare all’empatia…

Se dico la parola tatto? Cosa ti viene in mente?

Questa è una parola che mi piace moltissimo. Tatto è “contatto, è sfiorare l’altro. Alla parola “tatto”penso ad un gesto bellissimo che noi non facciamo mai: prendere il palmo della nostra mano e poggiarlo sul cuore dell’altro, noi non sentiamo mai i battiti del cuore dell’altra persona ..stiamo insieme eppure non abbiamo mai messo la mano sul cuore dell’altro...

…L’empatia è una cosa che stiamo perdendo, siamo tutti empatici a parole ma poco nei fatti…l’empatia dovrebbe essere il quinto punto cardinale da seguire…

Per entrare in empatia non basta accogliere.

Bisogna toccare la pelle dell’altro dall’interno,

bisogna farsi sale dentro le sue lacrime,

bisogna farsi luce dentro il suo sorriso,

bisogna farsi tamburo dentro i battiti del suo cuore.

– Fabrizio Caramagna

Link correlati

Fabrizio Caramagna. L’ottavo peccato capitale: L’indifferenza.

Il ricercatore di meraviglie

Ho sempre amato l’aforisma

 

Speciale “Quattro chiacchiere tra di noi con…Nanni Moretti

Una lunga intervista per un ritratto inedito del regista in cui racconta retroscena e curiosità dei suoi film più personali: Caro diario, Aprile e La stanza del figlio.

L’intervista è stata realizzata alcuni anni fa negli studi della Sacher Film e viene pubblicata per la prima volta con audio integrale.

Il ricercatore di meraviglie

Fabrizio Caramagna

Fabrizio Caramagna (ph Mirko Macari)

Il ricercatore di meraviglie

Seguo da anni Fabrizio Caramagna ed amo tutto quello che scrive, con questi presupposti, capirete che non è per me un’impresa semplice, presentarlo. Studioso, traduttore, scrittore,  i suoi aforismi sono apparsi su riviste e antologie internazionali e sono stati tradotti in dodici lingue e altro ancora, ma, queste sono notizie facilmente reperibili su google.

Quello che voglio proporvi oggi sono solo “Quattro chiacchiere tra di noi”.

Perché ti definisci  un ricercatore di meraviglie?

Perché mi piace cercare sempre qualcosa di sorprendente e di imprevisto, qualcosa che, magari è in qualche angolo nascosto della nostra immaginazione e aspetta che noi lo portiamo alla luce. L’aforisma  è un modo di guardare la realtà da un punto di vista completamente differente. Qualcuno dice che l’aforisma è un modo di guardare il mondo a testa in giù, perché  ha sempre qualcosa di paradossale, di imprevisto, qualcosa che ci fa balzare sulla sedia quando lo leggiamo. Un aforista non può mai essere banale o ovvio, per questo mi definisco un ricercatore di meraviglie, perché cerco sempre di scoprire, attraverso le parole, quel qualcosa che ci fa balzare sulla sedia.

E ci riesci benissimo.

Quando ti chiedo cosa fai nella vita, non voglio sapere che lavoro fai. Mi interessa sapere quanta bellezza hai vissuto, che cosa ti tiene sveglio la notte, che cosa ti fa sorridere quando nessuno ti guarda.

Cosa ti fa sorridere quando nessuno ti guarda?

Il cielo azzurro mi fa sempre sorridere. L’altro giorno a Torino tirava un forte vento e c’era un cielo che era una mescolanza di tutti i colori : turchino, pervinca, viola, azzurro, starei a guardarlo meravigliato per ore ed ore. Questa è una cosa che mi fa sorridere.

Quando da bambino ti chiedevano cosa avresti fatto da grande, cosa rispondevi, te lo ricordi?

Questa è una domanda impegnativa. Premetto che diventare adulti è la cosa più difficile del mondo, ci impieghiamo  anni ed anni a diventare adulti. Però ora che ci penso… il marinaio è una cosa che ho sempre adorato, andare in giro per il mare facendo il marinaio.

Vorrei iniziare con te un gioco: il gioco delle parole. Iniziamo proprio con la parola bambino, cosa ti viene in mente?

Alla parola bambino, mi vengono in mente: capriole, fiori e meraviglia.

Continua a leggere “Il ricercatore di meraviglie”