L’estremo di un segno

Roberto Juarroz 

Si deve cadere e non si può scegliere dove
Ma c’è una forma del vento nei capelli,
una pausa del colpo,
un certo angolo del braccio
che possiamo piegare mentre cadiamo.

È soltanto l’estremo di un segno,
la punta impreveduta di un pensiero
Ma basta ad evitare il fondo avaro di alcune mani
e la miseria azzurra di un Dio deserto
Si tratta di piegare un po’ di più una virgola
in un testo che non possiamo correggere

Cercare una cosa

Roberto Juarroz

Cercare una cosa
è sempre incontrarne un’altra.
Così, per trovare qualcosa,
bisogna cercare quello che non è.

Cercare l’uccello per incontrare la rosa,
cercare l’amore per trovare l’esilio,
cercare il nulla per scoprire un uomo,
tornare indietro per andare avanti.

La chiave del cammino,
più che nelle sue biforcazioni,
il suo incerto inizio
o il suo dubbio finale,
è nel caustico umore
del suo doppio senso.
Si arriva sempre,
ma da un’altra parte.

Tutto passa.
Però al contrario.

Settima poesia verticale,32

Così come non possiamo

sostenere a lungo uno sguardo,

neppure possiamo sostenere a lungo l´allegria,

la spirale dell´amore,

la gratuità del pensiero,

la terra sospesa nel canto.

Non possiamo nemmeno sostenere a lungo

le proporzioni del silenzio

quando qualcosa lo visita.

E ancora meno

quando niente lo visita.

L´uomo non può sostenere a lungo l´uomo,

e neppure quello che non è umano.

E tuttavia può

sopportare il peso inesorabile

di ciò che non esiste.

Roberto Juarroz