(1 settembre 1922- 29 giugno 2000)
Bello e sicuro di sé, sfrontato e temerario, ambizioso e arrogante, bugiardo e affascinante, goffo e balbuziente, imponente e beffardo, ironico e pungente.
Se si volesse dipingere un quadro con tutti i personaggi interpretati da questo immenso attore, non basterebbero tutte le tavolozze dei colori per delinearne le infinite sfumature. Attraversare la carriera di Vittorio Gassman vuol dire percorrere le infinite strade possibili dell’essere umano.
Con oltre 110 film e innumerevoli rappresentazioni teatrali, Gassman attraversa con eleganza e maestria tutti i generi, passando con estrema disinvoltura dal tragico, al comico, al grottesco grazie alla sua innata dote istrionica.
Ha solo ventun anni, quando calca per la prima volta le tavole di un palcoscenico, è il 1943 e recita con Alda Borelli nella Nemica di Dario Niccodemi. Da quella prima volta Gassman alterna teatro e cinema e il primo grande successo cinematografico arriva grazie a Riso amaro film di Giuseppe De Santis del 1949, dove interpreta Walter personaggio cinico e spietato che il mattatore, rende talmente credibile, al punto che per anni gli resta addosso lo stereotipo del “cattivo”.

Fino a quando nel 1958 Mario Monicelli lo vuole a tutti i costi nel film I soliti ignoti.
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